Valextra incontra FAM

I collaboratori di Valextra FAM ci parlano della loro arte nel catturare l’attimo, di come definiscono l'unicità e dell’andare incontro all’inaspettato.

Il fascino di Milano, a San Valentino diventa ancora più intenso, quando le ombre dei lampioni si riflettono sul Pavé delle strade e una soffice nebbia si posa sulle rotaie degli storici tram della città. Prendersi il tempo di passeggiare tra le vie per scoprire e riscoprire la città, ammirarne l’architettura e i monumenti, seguirne i contorni e le linee. 

Un Tour Speciale di San Valentino fra i luoghi più significativi di Milano, le cui linee architettoniche si fondono con le Linee nere Valextra, la Costa e l’Inchiostro, formando un filo conduttore che si snoda fra le vie della città.


1. Via Manzoni

 

La boutique Valextra, progettata dall’architetto minimalista John Pawson nel 2019, è il luogo in cui poter ammirare i nostri oggetti di puntuale artigianato italiano. Dopo la visita alla boutique Valextra, uscendo guardate poi alla vostra sinistra e alla vostra destra: il Grand Hotel et de Milan, tra i preferiti di Valextra, luogo ideale per vivere la famosa Ora dell’Aperitivo ogni giorno dell’anno, e a pochi passi, il Teatro alla Scala, per serate speciali di musica, arte e cultura.


V: In un mondo di contenuti iperbolici come quello in cui viviamo, quanto è importante per voi trasmettere un messaggio di innovazione e intimità, come nel caso di Follow The Bag?

 

FAM: Pensiamo che il senso di innovazione sia il risultato di ciò che si osserva o si realizza, ma alla fine si tratta di un giudizio piuttosto soggettivo. Ci sentiamo fortunati per aver realizzato cose che sono state considerate innovative, ma riteniamo che l'intimità sia l'aspetto più importante, perché è la componente più fragile nel mare dei contenuti. Le piattaforme social sono grandi equalizzatori di contenuti e appiattiscono tutti i tipi di sfumature, intenzioni e filmati. Essere se stessi o l'idea di sentirsi visti e di avere un proprio ruolo, anche quello di osservatore passivo, è la chiave per far emergere qualcosa da un’infinità di immagini.


V: Come definireste il termine o il concetto di “unico”?

 

FAM: Beh, è una parola complessa da definire, soprattutto oggi che l'unicità viene mostrata sulle nostre piattaforme mediatiche così tanto da aver perso quasi del tutto significato e rilevanza. Per noi l'unicità deriva da un percorso. Un iter composto da analisi e precisione, che assicura e contraddistingue il risultato con l'unicità, come se fosse una caratteristica a sé stante. È un processo che permette di comunicare secondo il proprio modo di essere, e che si spera non si avvalga di un linguaggio generico.

 

V: Cosa vi spinge a riprendere un determinato momento dal vivo?

 

FAM: È una domanda interessante. Può essere che sia dovuto al fatto che la definizione di "momento reale" sia diventata controversa. Forse è per il fatto che, sebbene versioni patinate della realtà siano onnipresenti sui social media, siamo diventati sempre meno abituati a questi momenti e magari abbiamo anche iniziato a rifiutare di vedere le cose per come sono. Tutto è diventato oggetto di consumo, anche i normali momenti dal vivo. Sta accadendo qualcosa di assurdo, che forse è iniziato da quando è stata inventata la fotografia, ma che al giorno d'oggi appare sempre più strano e disordinato. Ma noi siamo interessati al movimento e ci piace esplorarlo, per arricchire il nostro linguaggio.

 

V: Ci potete spiegare come si progetta qualcosa che verrà percepito e visto come spontaneo? Quali sono le difficoltà che si possono incontrare?

 

FAM: (Risate) Questa è una domanda curiosa visto che siamo entrambi un po' allergici alle cose troppo costruite o iper prodotte. È ovvio che quando si realizza una Serie come questa rischi di venire un pa a meno la realtà o la spontaneità, perché si tratta di una realtà costruita, per mettere in risalto il prodotto. Però abbiamo scelto di fare determinate azioni, per lasciare che si verificassero i momenti più spontanei.


V: Interessante! Del tipo?

 

FAM: Abbiamo cercato di limitare al minimo la squadra sul campo. La mattina del giorno delle riprese però siamo arrivati e abbiamo trovato un team di produzione più numeroso di quello che avevamo previsto; spesso siamo sgattaiolati via con le modelle, per farle sentire rilassate e riuscire a ottenere con loro dei momenti autentici. I nostri criteri di selezione sono stati piuttosto fuori dal comune. Non abbiamo cercato modelli e modelle con movenze e canoni convenzionali, ma piuttosto qualcuno che ci sembrasse una persona più comune, fra i tanti, in grado di divertirsi e di portare qualcosa di autentico e vero all’interno della scena. Inoltre, abbiamo deciso di fare tutto in one-shot, il che ha significato scegliere una singola ripresa che secondo noi avesse qualcosa di interessante, piuttosto che montare tutte le parti migliori!

 

V: Perciò, quando lavorate a una Serie come Follow The Bag abbracciate l’imprevisto o ogni fotogramma è stato pianificato in anticipo?


FAM: Come già spiegato, assolutamente sì vogliamo e aspettiamo l’imprevisto! Certamente però abbiamo già chiari gli scenari che permettano all'inaspettato di trovare il suo posto.

 

V: Il vostro lavoro ha una natura cinematografica: avete icone che ammirate e modelli a cui vi ispirate?

 

FAM: Sì, certo, ammiriamo tante persone e creatori diversi. Crediamo che questo sia un momento particolare per i Creativi. Ammiriamo chiunque si dedichi alla creazione e abbiamo un debole per gli artigiani. Apparentemente potrebbe sembrare che la vocazione all'artigianato stia perdendo importanza, ma a nostro avviso è vero proprio il contrario. Uno dei nostri riferimenti cinematografici in questo senso è il regista svedese Ruben Östlund. 


V: Cosa sperate che Follow The Bag possa suscitare in chi la guarda?

 

FAM: Speriamo che le persone possano apprezzare e trovare il loro personale punto di approccio. Potrebbe trattarsi della semplicità delle storie, del cane, dell'atmosfera sonora, della luce, del modo in cui si svolge un'idea spontanea o della maestria e della precisione con cui sono stati realizzati, che è alla fine il motivo per cui quello con Valextra si è rivelato essere un match perfetto.